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Ehilà, Drippers! Qui vi riportiamo un approfondimento delle notizie che vi abbiamo anticipato nel Drippin’ News di questa settimana. Se ve lo siete persi, andate a recuperarlo qui sul nostro account IG
Il metodo Ganni:
Ganni, il marchio danese fondato nel 2000 a Copenaghen dai fratelli Nicolaj e Ditte Reffstrup, si è rapidamente affermato come un leader nella moda sostenibile e rappresenta una ventata di freschezza in un’industria spesso criticata per i suoi impatti ambientali negativi.
Uno degli aspetti più affascinanti di Ganni è il loro progetto “Fabric of the Future“, un’iniziativa che si concentra sulla ricerca e lo sviluppo di materiali innovativi e sostenibili, lavorando per integrare fibre riciclate, tessuti organici e materiali certificati all’interno delle loro collezioni.
Oltre che facendolo personalmente, Ganni finanzia e supporta realtà emergenti, mettendo a disposizione strutture, macchinari e materiali innovativi ai quali altrimenti non riuscirebbero ad avere accesso.
Una delle aree in cui sta davvero innovando è la produzione di borse. Contrariamente alla tradizionale pelle, che ha un alto impatto ambientale, Ganni utilizza materiali alternativi e sostenibili per le sue borse, come il cuoio rigenerato e in un caso addirittura gli scarti derivanti dalla produzione di olio d’oliva. Questo non solo riduce l’impronta ecologica, ma offre anche ai consumatori prodotti di alta qualità e lunga durata.
Ganni è anche un forte sostenitore della trasparenza nella produzione. L’azienda pubblica regolarmente report dettagliati sulle sue pratiche ambientali e sociali, permettendo ai consumatori di fare scelte informate. Questo approccio trasparente non solo costruisce fiducia con i clienti, ma spinge anche altri brand a seguire l’esempio.
E voi cosa ne pensate di questo approccio innovativo? Fatecelo sapere qui sotto!
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